Conclusa la campagna di scavi a La Rotta: uno spaccato sulle fasi più antiche del sito etrusco

Dettagli della notizia

Emergono a Figline i resti di un'abitazione di VII secolo, segno del controllo dell'area da parte di aristocrazie locali. In preparazione un evento di presentazione degli scavi , che si terrà nell'ambito della rassegna “Aspettando Autumnia”

Data:

23 Luglio 2025

Tempo di lettura:

Descrizione

Si è conclusa, dopo quasi due mesi, l’ultima campagna di scavi archeologici sul sito de La Rotta, condotta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, finanziata dal Ministero della Cultura ed eseguita sul campo dagli archeologi di AdArte Srl, con il fondamentale contributo logistico dell'Archeo Club del Valdarno Superiore e il supporto del Comune di Figline e Incisa Valdarno.

Indagato a più riprese fin dal 2000 e riaperto dopo più di dieci anni di interruzione, lo scavo presso questo sito – attivo dal VII al II secolo a.C. e collocato in un’area immediatamente a sud dell’abitato di Figline – ha portato alla luce resti di strutture e tracce di attività artigianali.

In particolare, le campagne effettuate nel 2013 e 2014 hanno consentito di rinvenire un grande scarico di fornace, costituito da livelli di terreno ricchissimi di materiali ceramici scartati perché mal cotti, realizzati cinque secoli prima di Cristo. Al di sotto di questi strati è stata messa in luce una grande struttura muraria ancora più antica. Gli ultimi scavi, che si sono concentrati proprio su questo muro attorniato da numerose tracce di fornaci, hanno consentito di acquisire nuovi indizi utili a ricostruire la storia del Valdarno etrusco.

In particolare, il ritrovamento di un'area artigianale ha confermato quanto era già stato intuito nel 2013 in merito alla presenza di attività di produzione della ceramica. I risultati più interessanti sono giunti tuttavia dallo scavo dei livelli più antichi, indagati estensivamente per la prima volta solo quest'anno. Gli archeologi hanno rinvenuto infatti i resti di quella che doveva essere una capanna, con tracce di buche di palo, fosse per la fondazione di pareti in legno e argilla e numerosi frammenti ceramici di grande pregio, che permettono di ipotizzare come la struttura fosse abitata da individui di alto rango, forse un nucleo familiare aristocratico che esercitava il suo controllo sulla zona. Del resto La Rotta doveva rivestire un ruolo di primaria importanza, considerando la sua collocazione geografica, posta al punto di incontro tra della fondamentale via di comunicazione che seguiva il corso dell'Arno e uno dei percorsi trasversali che dai monti del Chianti portavano al Pratomagno.

Molto resta ancora da indagare: il tempio (del quale rimangono solo i frammenti decorativi in terracotta) deve ancora essere individuato con certezza, così come le fasi abitative del VI secolo, note per adesso solo dai materiali rinvenuti. Per questo motivo la Soprintendenza è già al lavoro per arrivare in tempi brevi alla riapertura dello scavo.

È inoltre in corso di organizzazione, nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato tra Comune, Soprintendenza e Archeo Club per valorizzare l’indagine archeologica, un appuntamento di presentazione e approfondimento della campagna di scavi appena conclusa e dei suoi risultati, da inserire nell’ambito di “Aspettando Autumnia”, la rassegna di eventi che ci accompagna fino all’omonima manifestazione dedicata ad ambiente, agricoltura e alimentazione, in programma quest’anno da fine settembre a inizio novembre.


Ultimo aggiornamento

23/07/2025, 09:12

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri
Salta al contenuto principale