GIULIO MONTINI – “Portatori di zolfo”

Mostra fotografica presso la Galleria FIAF del Circolo Fotografico Arno

Cos'è

Mostra fotografica "Portatori di zolfo"

Giulio Montini nasce a Como nel 1961. Si avvicina alla fotografia a metà degli anni '80, con le prime fotografie che sono di tipo creativo, naturalmente con metodo analogico, filone che è proseguito dal 2000 in poi, con l'ausilio del computer. Da qui nasce il primo lavoro creativo: “Omaggio a Magritte”. Il primo viaggio in India è del '94 e da quel momento inizia la passione per il reportage che lo porterà a fare lavori in Marocco, Tunisia, Thailandia, Cina, Romania, Islanda, Turchia, Indonesia, Corea del sud, Etiopia, Madagascar, Vietnam, Cambogia, Sud Sudan, Bangladesh, Nepal e India. Risale al 1993 l'iscrizione alla FIAF e la partecipazione a concorsi nazionali ed internazionali. Nella sua carriera ha avuto diverse decine di pubblicazioni su riviste e libri fotografici nazionali ed esteri. Nel 2019 pubblica il suo primo libro "PEOPLE".

La mostra fotografica nasce da uno dei suoi viaggi in Indonesia, dove l'artista ha avuto modo di vivere le condizioni di lavoro dei minatori. Di seguito una breve introduzione:

"E’ ancora buio quando scendo tra le rocce, nel cratere del vulcano Kawah Ijen sull'isola di Giava..i minatori stanno già lavorando e io inizio a scattare a 25.600 iso. Il vento trasporta i fumi di zolfo con turbinii imprevedibili e questo mi costringe ad indossare una maschera antigas. Alle prime luci dell’alba mi appare uno spettacolo mozzafiato. Un lago verde smeraldo, temperatura dell’acqua 35°C, ph 0,5, praticamente acido solforico e intorno un inferno dantesco. Tra i blocchi giallo fluorescente spaccati e trasporti a mani nude, seguo il lavoro pericoloso dei minatori. Sono circa 350 quelli che lavorano qui, ma resta difficile dire quanti ogni giorno salgono e scendono dalle pareti del vulcano. Ognuno raccoglie per sé e sta a ciascuno decidere quando e quanto lavorare. La fatica massacrante non permette a un portatore di scendere per più di due settimane al mese. Le ceste colme di zolfo possono pesare anche 80 kg. Il dislivello è di circa 250 mt e viene colmato da una sorta di catena umana. Una volta sul colmo, si scende fino alla stazione di pesa, dove i minatori lasciano il carico e vengono pagati. Un minatore guadagna circa 12 $ al giorno. Alla lunga, sono i polmoni la piaga di questi uomini, i fumi di zolfo li disfano poco alla volta, così acidi da attaccare anche pelle e denti. E a questo consumo lento si sommano gli incidenti, nel Kawah Ijen sono morte 74 persone negli ultimi quarant’anni. Succede quando la pressione dei gas che bruciano sotto la crosta dal cratere è troppo forte e ventate improvvise di zolfo spaccano le pietre e investono i lavoratori. Allora non c’è scampo."

La mostra è a cura del Circolo Fotografico Arno ed è aperta dal 30 novembre al 18 gennaio nei seguenti orari:

  • martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00
  • venerdì dalle 21.00 alle 23.00

Per altre aperture scrivere a info@arnofoto.it

Con il patrocinio del Comune di Figline e Incisa Valdarno

A chi è rivolto

A tutti

Luogo

Circolo fotografico Arno

Via Roma 2, Figline e Incisa Valdarno

Ulteriori dettagli

Date e orari

03 Dic

15:00 - Inizio evento

Costi

Gratuito

Ultimo aggiornamento

17/10/2024, 13:00

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